Pop Corn Beach Fuerteventura
Alessandra Ros
L’isola di Fuerteventura è costituita da decine e decine di chilometri di spiagge a sabbia bianca, lunghe strade che percorrono da nord a sud tutta l’isola facendoci apprezzare i colori incantevoli dei suoi paesaggi che ci avvolgono tra il verde e blu dell’Oceano Atlantico da un lato e tra il rosso e marrone del deserto dall’altro, facendoci sentire liberi e parte di quel tutto. Se solo una volta hai percorso la FV1 sai di cosa sto parlando!
Ma a rendere questo angolino di mondo così speciale sono i segreti naturali che si celano al di fuori della strada, dove a volte non si può arrivare con l’auto e bisogna avventurarsi a piedi.
A me piace definirli “luoghi per intenditori”, quei luoghi dove si possono trovare gioielli naturali antichi, risalenti a migliaia di anni fa, quelle coste dove appaiono grotte solo in determinati momenti dell’anno, quando la marea lo concede, o quelle spiagge, che da lontano sembrano un po’ tutte uguali, ma avvicinandosi ci regalano un pezzo di storia, non dell’uomo, ma del nostro pianeta.
È il caso della spaggia del Hierro (La Oliva), nel nord di Fuerteventura, una spiaggia formata da aglomerati di alghe fossilizzate che prendono forma di piccoli pop corn bianchi e che oggi troviamo in questa piccola baia del Hierro. Ogni piccolo “pop corn” tarda almeno 50 anni per formarsi e successivamente (dopo qualche secolo), grazie all’erosione provocata dal mare e dal vento, si trosformerà in sabbia.
Questa spiaggia “fossile” si è conservata fino ad oggi e i piccoli rotolini che la compongono sono materia prima che poco a poco si trasformeranno in una una vera e propria spiaggia, ma ora è diventato un paesaggio a riscio di estinzione.
Tutto ebbe inizio quando nel 2015 venne pubblicata in instagram la prima foto di questo luogo con l’hashtag #PopCornBeach, da quel momento l’hashtag è diventato virale e sono state pubblicate migliaia di foto nella rete di questo luogo speciale, il comune è arrivato ad archiviare un totale di 1500 foto fino ad ora de il numero è in costante crescita.
Questo dato allarmante è causato purtroppo dai turisti poco informati e aimè alle volte poco rispettosi nei confronti della natura, infatti è ormai un rito per chi passa per questa spiaggia, sentirsi in diritto di portarsi via manciate di questi fossili come souvenir, ma non solo, girando per l’isola specialmente nelle località di Corralejo e El Cotillo possiamo notare che anche molti negozi allestiscono le vetrine con i “pop corn” facendo così passare per normale un atto di vandalismo.
È stato calcolato che la spiaggia del Hierro diminuisce di circa 10Kg al mese, questo significa che sono molti i turisti che approfittano di questo gioiello della natura per portarsi a casa un souvenir.
Il Comune de La Oliva punta tutto sull’informazione e insiste nel sensibilizzare cittadini e turisti alla conservazione dei patrimoni che sono durati intatti per migliaia di anni.
La Fondazione Telesforo Bravo-Juan Coello ha organizzato lo scorso Dicembre la campagna “Pasa sin Huella” (anche attraverso l’hashtag #pasasinhuella)che è stata subito appoggiata dal comune del La Oliva per “Frenare gli attacchi vandalici ai patrimoni naturali”
Purtroppo questi atti li possiamo trovari anche altrove, come ad esempi alla montagna di Tindaya o all’interno dei vulcani, dove alcuni vandali hanno iniziato a prelevare pietre per poi unirle a forma di cuore o a “firme di pietra” in altri luoghi dell’isola.
Fotografare questi regali concessi dalla natura è permesso, nessuno proibisce la divulgazione di luoghi incantevoli, l’importante è “pasar sin huella” cioè senza lasciare il segno, nel rispetto di questi luoghi rari e unici che per fortuna, considerando l’epoca in cui viviamo, abbiamo ancora la fortuna di ammirare.
“C’è una gioia nei boschi inesplorati, C’è un’estasi sulla spiaggia solitaria, C’è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo, e c’è musica nel suo boato. Io non amo l’uomo di meno, ma la Natura di più.”
(Dal film Into the wild)