Miguel de Unamuno e il suo amore per Fuerteventura
A Puerto del Rosario, capitale di Fuerteventura, proprio accanto alla chiesa di Nostra Signora del Rosario, si trova la casa-museo di Miguel de Unamuno, una delle voci più eminenti della Spagna sottomessa alla dittatura. Don Miguel de Unamuno y Jugo (Bilbao 1864 – Salamanca 1936), fu lo scrittore e filosofo spagnolo che molti considerarono come il migliore della sua epoca, membro attivo della Generazione del ’98 (gruppo di intellettuali spagnoli contrari alla dittatura e per questo mandati in esilio). Unamuno “approfitta” dell’esilio per conoscere da vicino l’isola ed i suoi abitanti: i vicini lo ammirano, tanto da tenere con lui una “tertulia” (discussioni letterarie”, ndr) quotidiana.
La visita è d’obbligo per due motivi: prima di tutto per ammirarne l’architettura. L’edificio infatti è del 1877 e fa parte di un complesso architettonico che si sviluppa attorno ad un patio, riproducendo la tipica abitazione della borghesia majorera degli inizi del XIX secolo. Nel 1924 – anno dell’esilio di Unamuno – l’edificio era usato come pensione, denominata “Hotel Fuerteventura”, per convertirsi poi in casa privata ed infine in museo, nel 1995.
Importante, però, è anche la possibilità di ammirare da vicino oggetti, testi e fotografie che hanno fatto parte della della quotidianità durante l’esilio a Fuerteventura, un’isola con cui l’autore strinse un legame fortissimo.
“Deserto è questa solenne ed amata terra isolata di Fuerteventura, una delle isole un tempo conosciute come Fortunate, che sì hanno la fortuna della bellezza, della nobiltà e della rigida povertà. Una terra nuda, scheletrica, tutt’ossa, che ritemepra l’anima”
(Miguel de Unamuno “La Majorera”, 1924)