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La luce di “Mafasca”: Leggenda o realtà?

leggende canarie

La luce di “Mafasca”: Leggenda o realtà?

di Alessandra Ros

L’isola di Fuerteventura è una delle isole meno popolate e più desertiche dell’arcipelago Canario, il turismo è arrivato dopo rispetto alle altre isole e i paesaggi di questo luogo bagnato dall’Oceano Atlantico, sono rimasti gli stessi, senza nessuna mutazione per secoli, fino ad arrivare a noi al giorno d’oggi.

Le vaste zone desertiche disabitate sono spesso protagoniste di storie e leggende popolari vissute e raccontate da chi quest’isola la conosce come le sue tasche, da chi in quest’isola c’è nato e come lui sua madre e suo padre e a loro volta le generazioni passate. L’orgoglio di un majorero viene proprio da lì, dal suo senso di appartenenza e il suo amore incondizionato nei confronti di quest’isola, la sua isola.

Da sempre l’arcipelago Canario è stato associato ad eventi sopranaturali come spiriti, streghe (vedi articolo Tindaya) ed in alcuni casi anche alieni, sono in molti a conoscere la “Luz de Mafasca” e centinaia di testimoni pronti a giurare di averla vista con i loro occhi, ma com’è nata questa leggenda?

E soprattutto che cos’è la luce di Mafasca?

La leggenda narra di un gruppo di pastori che stavano tornando a casa stanchi durante una lunga giornata di lavoro.

Dopo diverse ore di cammino iniziava a calare la notte ed i pastori iniziarono ad essere affamati, così decisero di accendere un fuoco e accamparsi per la notte, mangiando la carne del loro bestiame.

Iniziarono dunque a cercare legna da ardere, quando uno uno dei pastori, si trovò di fronte ad una croce di legno, pensò dunque che li era sicuramente morto qualcuno, ma essendo troppo affamato per preoccuparsi della memoria del defunto sconosciuto, ruppe la croce e utilizzò la legna per alimentare il fuoco.

Quando mise quei due pezzi di legno nel fuoco, lui e i suoi compagni si resero subito conto che stava accadendo qualcosa di incredibile: tra le scintille del fuoco, una piccola luce iniziò a muoversi autonomamente, schizzando come impazzita, cominciando a muoversi tra i pastori molto velocemente, come se avesse una vita propria.

I pastori, i quali avevano perturbato la tomba distruggendo così l’unico ricordo che lo univa al nostro mondo, collegarono subito l’evento all’anima del defunto.

Spaventati da quella luce iniziarono a scappare e a correre il più velocemente possibile verso il paese di Antigua e raccontando ciò che avevano visto lungo la valle di Mafasca.

La leggenda non approfondisce nulla riguardo i pastori, ma si narra che questa luce continua ad apparire durante le notti oscure e silenziose nelle zone disabitate dell’Isola di Fuerteventura.

Questo evento particolare è stato in seguito usato da alcuni ladri dell’epoca per ingannare altri pastori locali che passavano per quella valle, ai quali era facile rubare bestiame, cibo e raccolti.

Centinaia sono i testimoni di questo fenomeno, che assicurano di aver visto la luce di Mafasca.

Secondo le testimonianze, questa luce varia da essere piccola come la punta di una sigaretta al buio a grande come una palla da basket e i suoi colori spaziano dal giallo, azzurro, verde e viola. Si era parlato di un possibile laser, ma si è esclusa come opzione visto che le prime testimonianze risalgono ad epoche troppo lontane.

Dal punto di vista scientifico questa luce è giustificata come un fenomeno naturale provocato dalla fuoriuscita di gas dal sottosuolo che, venendo a contatto con l’aria, creano queste luci a volte statiche e a volte in movimento.

Se ti sei appassionato a questa storia allora non perderti il film girato proprio a Fuerteventura intitolato “La luz de Mafasca” diretto da Zacarìa de la Rosa. Il film parla della storia di una giornalista che arriva nell’isola di Fuerteventura per fare un reportage sulla luce di Mafasca, e intervistare Rayco, l’ultima persona sull’isola che ha visto la luce, ma al suo arrivo scopre che il suo testimone è appena morto in un tragico incidente…

Le cose non sono così come le vediamo, le cose sono così come sono”

Tratto dal film: “La luz de Mafasca”

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