Il mistero che si nasconde dietro Tindaya
Alessandra Ros
Uno dei posti più emblematici e misteriosi dell’isola di Fuerteventura è senza dubbio la Grande Montagna o meglio la montagna di Tindaya.
La possiamo veder spiccare nella pianura di Esqunzo, una piramide perfetta circondata da un paesaggio che rappresenta perfettamente la geografia di quest’isola. Una vasta pianura rocciosa e desertica, dai colori caldi e rossastri che avvolgono chi passa in un velo di mistero e energia che sembra arrivare direttamente dalla terra.
Proprio in questi spazi aperti e ricchi di energia spicca lei, Tindaya, una montagna ricca di storie e leggende, con la sua forma a piramide perfetta, non è difficile credere che, in passato prima che i conquistatori normanni invadessero queste isole, fosse un luogo mistico o addirittura un tempio pagano.
La scienza dice che Tindaya è un esempio molto chiaro di come sia modificata l’Isola nei secoli fino a diventare pianeggiante come lo è oggi, risulta che inizialmente quella che ora chiamiamo montagna era un vulcano molto più grande e che una volta eruttato, la lava a riempito tutto il cratere e con i secoli di lenta erosione, quello che resta oggi è solo la parte interna di quel vulcano, ossia la lava.
Il mistero de los “podomorfos”
I podomorfi sono propri della cultura aborigena canaria e sono incisioni su pietra che rappresentano piedi di forma rettagolare con dei tratteggi che rappresentano le dita.
A Tindaya sono rappresentati 312 incisioni, anche se ne sono stati incontrati altri in altre isole: ricordimo la Pidra del Majo a Lanzarote, nei giacimenti di El Julan nell’isola del Hierro, nel Barranco de Balos a Gran Canaria e nel Roque del Bento e El Roquito a Tenerife. Curioso no?
Ma non finisce qui, infatti un’altra curiosità di questi podomorfi presenti nella Montagna di Tindaya è che hanno la parte interna dell’incisione a forma di piede molto grande e sono incisi su lastre di pietra lisce permettendo di restare in piedi sopra di essi e guardando nella direzione indicata dai piedi stessi, ci si rende conto che sono tutti diretti verso la stessa posizione.
Si, perché anche se situati in punti diversi della montagna tutti i podomorfi dono diretti verso Gran Canaria e Tenerife coincidendo perfettamente con i punti più alti di queste due Isole cioè il Teide e el Pico de las Nieves.
Queste incisioni rupestri sono state a rischio di estinzione qualche anno fa a causa di progetti politici che prevedevano la perforazione della montagna in più punti, ciò a causato una rivolta da parte degli abitanti dell’Isola che crearono il movimento “Tindaya no se toca”.
Purtroppo da circa 3 anni la montagna è chiusa al pubblico, ma se siete curiosi potete fare un giro nella pianura di Esquinzo e vi posso assicurare che l’energia emanata dalla montagna si si sente anche se si resta ai suoi piedi.
Se pensiamo che anticamente il popolo “majorero” (autoctono di Fuerteventura) dipendeva esclusivamente dalle piogge per seminare i loro piccoli campi di cereali, non ci stupisce pensare che avessero bisogno di un calendario per definire l’inizio e la fine delle stagioni.
Secondo l’Istituto di Astrofisica Canario infatti, l’orientazione delle incisioni non è affatto casuale e unisce la parte geografica con quella astronomica, per definire così con precisione l’inizio e la fine del solstizio d’estate e d’inverno.
La leggenda di “Casa Alta de Tindaya”
Come ho già detto in precedenza la montagna di Tindaya da vita a numerose storie di streghe e leggende che uniscono la magia al divino di un’epoca lontana.
Questo è il luogo che era conosciuto come la dimora delle streghe, che vivevano sulla cima della montagna e scendevano nel paese di Tindaya durante la notte.
Il paese che era costituito da casette costruite di pietra e fango, erano tutte orientate verso la montagna, da dove si diceva che da li arrivava tutto quello che costituiva il bene e il male, le piogge che davano la vita e quelle che davano la morte.
Le streghe scendevano a valle durante la notte, approfittandosi dell’oscurità per aggirarsi tra le viuzze del paese, perché erano loro a decidere il destino degli abitanti, per poi risalire prima che sorgesse il Sole.
La leggenda narra che quelle streghe che non facevano in tempo a risalire prima della luce del giorno si rifugiassero nella “Casa Alta de Tindaya” si diceva: “da quando è stata costruita è sempre stata abitata da quelle bestiacce”.
Secondo quello che si racconta, le streghe convincevano il padrone di casa ad uscire dicendogli di salire fino in cima alla montagna per poter contemplare la bellezza della sua proprietà recentemente costruita.
Una volta salito sulla cima, il proprietario, troppo abbagliato dalla bellezza della sua casa e dal suo ego, non si era accorto di essere circondato da alcune streghe che di colpo lo spinsero giù dalla rupe. Morì sul colpo.
Questa vittoria delle streghe si dice sia stata festeggiata nel “bailadero de las brujas” che si trova nella Montagna de la Muda.
La loro presenza si può sentire attraverso le correnti d’aria e si racconta siano anime intrappolate che girano ballando intorno alle streghe.
“da quel giorno nella casa vivono solo loro, tutto il paese lo venne a sapere, inoltre da quel preciso momento le loro anime appartengono alle notti delle streghe”.