Come se la cavano gli Italiani di Fuerteventura con lo spagnolo?
Di Alessandra Ros
Quanto pensi sia importante sapere le lingue? O meglio, conoscere la lingua del posto in cui ti stai trasferendo?
Sicuramente starai pensando tra te e te: “Tanto, tantissimo anzi fondamentale! Come fai se no??”
Anche se forse può stupirti, molte persone o per pigrizia o perché comunque, più o meno “va bene così”, una volta che si sono trasferite all’estero entrano in una fase di spirito di sopravvivenza, in cui, imparate 10 parole chiave della lingua del posto, in qualche modo sembra essere sufficiente.
Noi italiani in particolare, che abbiamo un linguaggio corporeo stupendamente universale e in poco tempo socializziamo anche con i sassi, molte volte non sentiamo l’esigenza di studiare una nuova lingua e al momento di cercare un impiego, preferiamo lavorare per bar e ristoranti italiani accontentandoci di stipendi più bassi e orari più lunghi, piuttosto che sforzarci di imparare la lingua.
Fuerteventura è un esempio lampante di questo argomento, non fraintendermi, non siamo solo noi a non parlare bene lo spagnolo, i cari e vecchi anglosassoni sono anch’essi molto chiusi nelle loro comunità ;), ma qui siamo per parlare di noi.
Fuerteventura ospita una grandissima comunità italiana, più o meno ben vista dagli abitanti dell’isola e molte volte giudicata male più da connazionali che da los mojoreros (abitanti di Fuerteventura).
Ho avuto modo di notare che la cosa che disturba di più la gente del posto qui sull’isola nei confronti di noi italiani, non è il fatto che non parliamo la lingua, ma che non facciamo nulla a proposito.
Inoltre tra tutte le comunità che vivono sull’isola (inglesi, tedeschi, argentini, marocchini,belgi ecc.) siamo gli unici che giudichiamo in maniera negativa i nostri connazionali.
Vi è mai capitato di sentire qualcosa di simile?
Una volta usciti dalla nostra terra manteniamo un certo senso di superiorità che in molti casi sbandieriamo con orgoglio senza renderci conto che ora siamo parte di una nuova realtà, in un’isola che ci sta ospitando e ci permette di avere gli stessi diritti di chi qui c’è nato.
Specialmente noi italiani che lottiamo con forza e tenacia per l’integrazione nel nostro paese dovremmo capire e poterci mettere meglio nei panni degli abitanti majoreri.
Lavorando in strutture turistiche per la maggior parte della mia vita, posso dire che mi è capitato moltissime volte (specialmente qui a Corralejo) di ricevere curriculum per posti di lavoro come receptionist o cameriere per buffet (molti degli hotel della zona sono a regime tutto incluso) da persone che non sapevano neanche presentarsi in spagnolo al momento della consegna.
Ora, non serve essere un esperto di risorse umane per capire che non è una bella presentazione di se stessi e in questi casi, si chiudono porte e ci si preclude la possibilità di lavorare in posti più stabili, sicuri e meglio retribuiti solo per non conoscere bene la lingua del luogo.
Un’importante differenza la potrebbe fare un corso di spagnolo.
Ho provato l’ “Accademia de idioma Kunz” a Corralejo, per migliorare il mio livello di tedesco, ma ovviamente le lezioni più gettonate sono quelle di spagnolo, purtroppo con una presenza di studenti italiani del 15% circa.
Sicuramente ci sono anche molte persone che insegnano spagnolo da casa, ma non avendo mai provato quel metodo non sarebbe giusto consigliare.
Per me, che non ho mai amato particolarmente studiare è stato appassionante vedere come un metodo diverso dal tipico scolastico, come quello della scuola Kunz, abbia fatto una grande differenza sul mio apprendimento e quello dei compagni.
Le lezioni sono improntate sulla microlingua e sulla conversazione e la grammatica è “un’effetto collaterale” che entra senza che te ne renda conto.
Pur sapendo lo spagnolo ho avuto modo di aumentare notevolmente il mio vocabolario anche guardando delle serie delle serie TV spagnole quella che preferisco e che molti di voi gia conosceranno è “La que se avecina” che oltre ad essere molto divertente ti aiuta ad imparare un sacco di modi di dire che ti daranno immediatamente una marcia in più nelle conversazioni!
Quest’articolo non vuol’essere un’offesa o un giudizio nei confronti di chi si è concentrato più nell’adattarsi invece dell’integrarsi, molti di noi italiani già conoscono la lingua, si sentono e sono parte della comunità majorera con orgoglio e rispetto da anni.
Altri invece un po meno, ma volere è potere e se imparare bene una nuova lingua può aprirci nuove strade e farci conoscere più gente beh.. perché non provarci.
“I leader focalizzano il 5% del loro tempo sul problema, e il 95% sulla soluzione.”
Tony Robbins